Il percorso inesauribile del nastro di Moebius… «Io sono il padre, la madre è me e la madre è il padre. Nasciamo nel desiderio e ci riproduciamo nel desiderio. Finisco per invidiare, odiare e amare me stesso». (K. Kim)
Un padre, un figlio, una donna madre-moglie/amante/amica quali personaggi e riferimenti fondanti della società prima eterna poi forse contemporanea, non più condizionata ne vittima ne schiava della paura della propria finitudine vitale. L’immortalità desiderata rimpiazzata da una schermata di Google, in forma di “creatore” atto al dare risposte. È l’umanità che progredisce… un uccello oggi è meglio di un uovo domani!
Da Corriere del Veneto del 5 settembre 2013:
"Martedì tre persone svenute in sala per il film Moebius di Kim Ki-duk. Il motivo? Scene truculente di evirazioni e la violenza della relazione familiare raccontata dal film." (Alice D'Este)
Il giorno della Prima abbiamo bellamente snobbato l’evento, Moebius, ultimo film di Ki-duc “leone d’oro” Kim, passa in Sala Grande alle 9; chi se ne frega, lo recuperiamo eventualmente distribuito nelle sale alla sua uscita regolare, non mancherà di certo un distributore. Errore, ogni lasciata è persa, si vocifera di visione assolutamente imperdibile, siamo al limite dell’umana immaginazione, svenimenti in Sala Grande per la crudezza delle immagini, crisi isteriche provocate da contorcenti risate per il medesimo motivo. Kim ha mostrato l’impresentabile.
Le polemiche scaturite, soprattutto in patria, hanno provocato l’autore, si dice che probabilmente il film verrà ritirato o fortemente rimaneggiato dallo stesso. Gruppi di giovani coreani in delirio alla ricerca di coupon-invito per l’ultima proiezione disponibile che avrà luogo nella saletta Casinò Venerdì 6 settembre, ore 17. La febbre sale, si percepisce che questa di Venezia sarà l’unica possibilità per poter vedere l’opera nella sua versione originale, bisogna recuperare senza meno il coupon per l’ultima proiezione.
Silvia di UD riesce ad innescare un diabolico meccanismo che frutterà un prezioso tagliando, uno solo purtroppo: grazie Eri(?), Silvia, Lula; prima fase completata per un solo fortunato spettatore.
Venerdì, giorno fatidico, mattina davanti le biglietterie, va in scena la farsa della lunga fila nell’unico botteghino che distribuisce i coupon, ovviamente già tutti esauriti e malgrado “i cammelli piangono” le speranze si disintegrano davanti il sorriso di circostanza di Eri(?). Poco più in là una giovane coreana elemosina qualche tagliando per l’ingresso in sala Casinò delle 17 rivolgendosi a qualche accreditato di buon cuore.
Venerdì, ore 16,30 sulla terrazza prospiciente la saletta del Casinò si sono formate due file: una importante e lunghissima, quella degli accreditati (e non commentiamo); l’altra per il popolino, poche persone in confronto, con diritto di precedenza. Saranno in molti gli esclusi, la saletta e strapiena. Il gruppo di coreani è tutto in prima fila. Il film ha inizio e mi sento fortunato.