testata (theda)

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giovedì 26 dicembre 2013

David Pablos - Venezia 2013

Amiel Courtin-Wilson - Venezia 2013

Gianni Amelio, Antonio Albanese - Venezia 2013

Giuseppe Battiston - Venezia 2013

miss violence

Miss Violence – Alexandros Avranas – Grecia – 2013
Una bimba si uccide per non festeggiare il suo undicesimo compleanno: un’intera folle vita gli si parava davanti e col sorriso sulle labbra ha preferito evitarla. La sua famiglia (Nazione, Società) fa finta di non capire i motivi del gesto.
Quando questa famiglia, atipica se vogliamo ma riconosciuta e omologabile nella contemporaneità, incarna non tanto l’identità stessa del piccolo nucleo familiare ma la ben più complessa società del Secondo Medioevo, rimaniamo alla sua rappresentazione prima storditi poi spaventati quindi schifati e indignati: forse perché impotenti di fronte allo svolgimento di una trama che coincide con quella della Storia nell’umano mondo o forse perché come la famigliola si preferisce non voler vedere? Eppure, solo una rivoluzione violenta strappa un applauso liberatorio.

Presentato in Concorso alla Mostra di Venezia sarà ricordato nei circoli cinéphiles per i prossimi decenni come una delle migliori opere del 2013 malgrado sia stato strapazzato dalla critica, specialmente italiana. Infatti, le critiche di tipo sia etico-morali che estetiche, benché eterogenee, hanno portato a scomodare modelli di grande statura, modelli che per “pudore” intellettuale non si dovrebbero neanche citare se l’oggetto in esame non rientra nei propri sensi estetici. Anche perché, alcune delle medesime critiche furono attribuite, a loro tempo, ai modelli stessi.

mercoledì 25 dicembre 2013

moebius

Moebius – Kim Ki-duc – Corea del Sud – 2013

Il percorso inesauribile del nastro di Moebius… «Io sono il padre, la madre è me e la madre è il padre. Nasciamo nel desiderio e ci riproduciamo nel desiderio. Finisco per invidiare, odiare e amare me stesso». (K. Kim)
Un padre, un figlio, una donna madre-moglie/amante/amica quali personaggi e riferimenti fondanti  della società prima eterna poi forse contemporanea, non più condizionata ne vittima ne schiava della paura della propria finitudine vitale. L’immortalità desiderata rimpiazzata da una schermata di Google, in forma di “creatore” atto al dare risposte. È l’umanità che progredisce… un uccello oggi è meglio di un uovo domani!  




Da Corriere del Veneto del 5 settembre 2013:
"Martedì tre persone svenute in sala per il film Moebius di Kim Ki-duk. Il motivo? Scene truculente di evirazioni e la violenza della relazione familiare raccontata dal film." (Alice D'Este)

Il giorno della Prima abbiamo bellamente snobbato l’evento, Moebius, ultimo film di Ki-duc “leone d’oro”  Kim, passa in Sala Grande alle 9; chi se ne frega, lo recuperiamo eventualmente distribuito nelle sale alla sua uscita regolare, non mancherà di certo un distributore. Errore, ogni lasciata è persa, si vocifera di visione assolutamente imperdibile, siamo al limite dell’umana immaginazione, svenimenti in Sala Grande per la crudezza delle immagini, crisi isteriche provocate da contorcenti risate per il medesimo motivo. Kim ha mostrato l’impresentabile.
Le polemiche scaturite, soprattutto in patria, hanno provocato l’autore, si dice che probabilmente il film verrà ritirato o fortemente rimaneggiato dallo stesso. Gruppi di giovani coreani in delirio alla ricerca di coupon-invito per l’ultima proiezione disponibile che avrà luogo nella saletta Casinò Venerdì  6 settembre, ore 17. La febbre sale, si percepisce che questa di Venezia sarà l’unica possibilità per poter vedere l’opera nella sua versione originale, bisogna recuperare senza meno il coupon per l’ultima proiezione.
Silvia di UD riesce ad innescare un diabolico meccanismo che frutterà un prezioso tagliando, uno solo purtroppo: grazie Eri(?), Silvia, Lula; prima fase completata per un solo fortunato spettatore.
Venerdì, giorno fatidico, mattina davanti le biglietterie, va in scena la farsa della lunga fila nell’unico botteghino che distribuisce i coupon, ovviamente già tutti esauriti e malgrado “i cammelli piangono” le speranze si disintegrano davanti il sorriso di circostanza di Eri(?). Poco più in là una giovane coreana elemosina qualche tagliando per l’ingresso in sala Casinò delle 17 rivolgendosi a qualche accreditato di buon cuore.
Venerdì, ore 16,30 sulla terrazza prospiciente la saletta del Casinò si sono formate due file: una importante e lunghissima, quella degli accreditati (e non commentiamo); l’altra per il popolino, poche persone in confronto, con diritto di precedenza. Saranno in molti gli esclusi, la saletta e strapiena. Il gruppo di coreani è tutto in prima fila. Il film ha inizio e mi sento fortunato.

domenica 22 dicembre 2013

ukraine is not a brothel (ukraina ne bordel)

Ukraine is not a brothel – Kitty Green – Australia, Ucraina – 2013
Venezia 70   Fuori Concorso

Qualche furbacchione si è inventato il neo-femminismo. La giovane regista Green svela alcune clamorose contraddizioni sul movimento delle Femen: "La verità che sta dietro a questo movimento ucraino non è stata ancora rivelata in nessuno dei mille articoli scritti sulle Femen".

FEMEN - Venezia 2013