testata (theda)

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sabato 28 febbraio 2015

oscar 2015

Oscar 2015 e il mistero della “divisa” sgualcita, ovvero cosa sta succedendo in quelle lontane terre, al centro dell'Impero, dove niente succede per caso?

I premi di quest'anno sembravano facilmente pronosticabili. Analizzando i titoli arrivati allo scontro finale con quell'occhio sufficientemente prevenuto di un osservatore, ai margini dello stesso Impero, si trovavano delle vere e proprie corazzate inattaccabili.

Previsione, ovvero trionfo dei film, a mio avviso più validi sul piano tecnico/emozionale malgrado qualche piccolo difettuccio fisiologico come quello di avere certi contenuti discutibili: primo, ovviamente Sniper (prodotto perfetto ma che ha lasciato qualche dubbio sulla sua onestà, dubbio generato probabilmente dai commenti dei soliti radicali di sinistra, ma anche di destra!); secondo, a mio parere, la storia di Alan Turing, brutto film ma sufficientemente retorico per poter ottenere riconoscimenti, anche se in effetti è comunque sempre la storia di un omosessuale e forse questo lo penalizza perché al centro dell'Impero le vedute si sono allargate – dicono, però chissà mai.
Altri titoli interessanti sarebbero stati, pensavo, Boyhood, Birdman e il Budapest hotel ma con un limite evidentissimo ovvero iniziavano tutti con la lettera B (più o meno), elemento principe del perdente cioè è la lettera che rappresenta il primo degli ultimi, il secondo. Mentre la lettera principale, la prima è la lettera A come l'iniziale, guarda caso, del titolo American ecc.

Ebbene il verdetto è sotto gli occhi di tutti, American sniper non solo non ha vinto praticamente un bel niente ma addirittura è stato ridicolizzato con il più insulso dei riconoscimenti e a questo punto mi indigno: perché hanno preferito un film neanche troppo facile piuttosto che un film talmente ben fatto, facile da capire e seguire, serrato e dove i buoni sentimenti si scontrano con i cattivi sentimenti?
Queste uscite di ingegno non fanno affatto bene all'immaginario collettivo esse creano solo confusione e spiazzano gli spettatori meno avvezzi. Abituati come siamo a messaggi facili e televisivi dove il bene sta da una parte e il male da un'altra, come possiamo poi accettare certi concetti o certe prese di posizione?
Ma quanto era meglio quando ogni soldatino indossava la propria divisa che rappresentava il proprio paese, il proprio pensiero, i propri difetti, le proprie aspirazioni dove ogni cosa era facile da incasellare? E soprattutto, dove è finito quel tempo quando a vincere un Oscar il più delle volte non era il migliore ma il più adatto?

mercoledì 11 febbraio 2015

knight of cups

Knight of cups – Terrence Malick – USA – 2015 
Berlino 65   Concorso

A tutti i detrattori: fatevene una ragione.

domenica 8 febbraio 2015

turner

Mr. Turner – Mike Leigh – GB, Francia, Germania – 2014 
Profondamente colpito dalla morte del padre, Turner vive con la sua storica e devota governante, da cui è amato ma verso la quale non mostra alcun interesse o riguardo, usandola solo per soddisfare i suoi appetiti sessuali. Nel frattempo, si lega a una vedova che gestisce una pensione sul mare, a Margate. Intanto viaggia, dipinge, è uno stimato ma anarchico membro della Royal Academy of the Arts ed è tanto celebrato quanto disprezzato, sia dal pubblico che dai reali.   [vedi altro]


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domenica 1 febbraio 2015

hungry hearts

Hungry hearts – Saverio Costanzo – Italia – 2014
Venezia 71   Concorso
Tra sogni premonitori, sensitivi e il proprio istinto materno (infallibile) Mina si convince che suo figlio sarà una creatura speciale. Esso andrà protetto dal mondo esterno e preservata la sua purezza. Ma questa ossessione in realtà ne pregiudicherà la salute.   [vedi altro]




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