testata (theda)

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sabato 27 febbraio 2016

the hateful eight

The Hateful Eight - Quentin Tarantino - USA - 2015
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Golden Globe - Miglior colonna sonora originale (Ennio Morricone) 2016
BAFTA - Miglior colonna sonora originale (Ennio Morricone) 2016
Oscar - Miglior colonna sonora originale (Ennio Morricone) 2016





The Hateful Eight

USA
drammatico
2016

colore
70 mm (Ultra Panavision)
DCP

188' (70 mm)
167' (DCP)




regia
Quentin Tarantino
sceneggiatura
Quentin Tarantino
fotografia
Robert Richardson
montaggio
Fred Raskin
scenografia
Yohei Taneda
musica orig.
Ennio Morricone
costumi
Courtney Hoffman
effetti speciali trucco
Greg Nicotero
Howard Berger
effetti visivi
John Dykstra
casting
Victoria Thomas
interpreti
Samuel L. Jackson... Magg. Marquis Warren
Kurt Russell... John Ruth “Il Boia”
Jannifer Jason Leight... Daisy Domergue
Walton Goggins... Chris Mannix
Demian Bichir...
Bob “Il Messicano”
Tim Roth... Oswaldo Mobray
Michael Madsen... Joe Gage
Bruce Dern... Gen. Sanford Smithers
Channing Tatum... Jody
James Parks... O.B.
Dana Gourrier... Minnie
Zoë Bell... Judy
Lee Horsley... Ed
Gene Jones... Sweet Dave
Keith Jefferson... Charlie
Craig Stark... Chester Charles Smithers
Belinda Owino
Gemma
(…)
produttore
Richard Gladstein Stacey Sher
Shannon McIntosh
Bob Wenstein (esecutivo)
Harvey Wenstein (esecutivo)
Georgia Kacandes (esecutivo)
Coco francini (associato)
William Paul Clark (associato)
produzione
The Weinstein Company
distribuzione italiana
Leone Film Group
01 Distribution  







Qualche anno dopo la Guerra civile, una diligenza corre attraverso il Wyoming innevato. I passeggeri, il cacciatore di taglie John Ruth e la donna che ha catturato, Daisy Domergue, sono diretti verso la città di Red Rock dove Ruth, chiamato da quelle parti “Il Boia”, consegnerà Domergue nelle mani della giustizia. Lungo la strada incontrano due sconosciuti: il maggiore Marquis Warren , un ex soldato nero dell’Unione diventato uno spietato cacciatore di taglie, e Chris Mannix, un rinnegato del Sud che sostiene di essere il nuovo sceriffo della città.
A causa di una bufera di neve, Ruth, Domergue, Warren e Mannix cercano rifugio nell’emporio di Minnie, una stazione di posta tra le montagne. Quando arrivano, non trovano la proprietaria, ma quattro facce sconosciute. Bob che si occupa del rifugio mentre Minnie è in visita alla madre; Oswaldo Mobray, il Boia di Red Rock; il mandriano Joe Gage e il Generale confederato Sanford Smithers. Mentre infuria la tempesta, i nostri otto viaggiatori scopriranno che forse nessuno di loro riuscirà mai ad arrivare a Red Rock…



Alla fine siamo arrivati a otto (Tarantino come Fellini?) anche se non doveva essere questo l'ottavo. La sceneggiatura fu rubata, resa pubblica, modificata e Tarantino, anzi QT, se non ricordo male aveva dichiarato che il film non si poteva più fare perché maltrattato e violentato in tal modo da rendere la sua realizzazione impossibile. Ma, una lettura della stessa sceneggiatura in pubblico ha convinto l'autore ha metterla, fortunatamente, in scena e trasformarla in film. Fortunatamente, perché questo Ottavo tarantiniano è un vero capolavoro, dopo, secondo me, due inciampi, un'altra pietra miliare della Storia del Cinema tanto da annoverare il suo autore nella magica compagnia dei Maestri del Cinema.
Produzione importante e capricciosa, pellicola 70 mm. In Ultra Panavision per i soli fanatici, per soli cinefili duri e puri (quelli della quarta fila) che si prenotano e pagano in anticipo per poi saltare l'appuntamento, perché inchiodato a letto con la schiena frantumata, ma questa è una storia personale benché importante; per il resto del mondo mortale e “multisalizzato” viene dedicato l'insipido digitale tagliuzzato (meno 20').
QT riesce a trasmettere il suo incondizionato amore per il cinema e ogni singola inquadratura, primo piano, campo lungo, controcampo e via andando divengono gli ingredienti assoluti e imprescindibili per goderne l'elaborazione. Il film diventa un oggetto ipnotico dove l'intrattenimento puro non coincide con la distrazione ma anzi in mezzo a spari, sangue e cervelli spappolati si intravvede una eccezionale capacita d'analisi sociale e politica.

Inquadratura interminabile ad un crocefisso ricoperto dalla neve poi una diligenza trainata da sei cavalli nel mezzo di un “deserto” bianco...