The
Adjustment Bureau – George Nolfi - USA 2010
L’antica leggenda talmudica dei “trentasei uomini giusti”
racconta di come questi abbiano permesso al genere umano di sopravvivere: senza
la loro esistenza l’umanità si sarebbe estinta in un sol giorno soffocata dai
propri errori.
Non sappiamo quanto questo mito abbia ispirato Philip Dick,
autore del racconto da cui Nolfi ha tratto questo “piccolo” film, eppure la
prima cosa che mi è balzata alla mente vedendo I Guardiani del Destino è stata
proprio la sopra citata leggenda che prosegue più o meno così: questi
famigerati uomini non sono distinti da nessun rango né carica, non si possono
riconoscere e probabilmente neanche loro
ne sono consapevoli. Nel film, invece, è chiara la presenza di una struttura
bene organizzata, collaudata e capace di stravolgere gli eventi seguendo regole
precise.
Il nostro protagonista David Norris (un Matt Damon a rischio
di sovraesposizione) è destinato a diventare un politico di successo ma qualche
cosa va storta, i suoi “guardiani”, oltre ad alcuni errori commessi, si trovano
a dover contrastare la storia d’amore che sboccia con una misteriosa donna
interpretata da Emily Blunt, attrice, in questo caso, assolutamente priva di
appeal. David rasenta troppo spesso l’idiozia e di ciò se ne approfitta, crede
nel colpo di fulmine e farà di tutto per complicare le cose ai suoi fin troppo
pazienti e benevoli guardiani. Purtroppo si capisce come andrà a finire.
Ciò che manca a questo prodotto è forse la presenza di
trentasei uomini giusti. La televisione ha invaso in modo irreversibile il
cinema (che pena provocano coloro che confidano in questo linguaggio).
L’America è prossima al collasso, urge fantasia per salvarla.