testata (theda)

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mercoledì 4 dicembre 2024

El tango del viudo y su espejo deformante

Raúl Ruiz, Valeria Sarmiento – 1976 – Cile

«Il mondo cade a pezzi. Non è niente di che».
Piovono detriti e immondizie, si produce fumo (vapore) e si raccoglie l’acqua, saponata, con cui si sono inzuppati abiti e calze della donna trovata morta (suicida?), moglie del professore. Il professore dovrà raggiungerla se non intende impazzire, egli infatti è già sulla buona strada, malgrado gli inutili tentativi per non cedere. Il fantasma lo perseguita.
Demoni non condivisi ma da condividere, il tempo farà giustizia perché il tempo non lascia scampo esso è inesorabile, insensibile, diabolico. Nella propria dimensione fuggevole ed inarrivabile chi meglio del demone della morte consente all’anima corrotta da razionalità autodistruttiva a non mutarla, banalmente, in quella fuga liberatoria.
Pensare molto fa male,dice il professore, gli ha fatto perdere anche la moglie. Ci si uccide per legittima difesa, è un atto di grande dignità, ha semplicemente fatto quello che doveva. Ora, l’argomento è piuttosto complesso per cui forse è meglio chiuderla qui.