testata (theda)

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domenica 20 ottobre 2013

ennio flaiano

Enrico Vaime racconta Ennio Flaiano.
Vaime intervistato da Marino Sinibaldi in occasione della proiezione del film documento di Giancarlo Rolandi e Stefano Della Casa "Flaiano, il meglio è passato" al Bellaria Film Festival 2011. Nel corso della discussione sono ricordati anche Fellini, Bianciardi e Marcello Marchesi.


giovedì 3 ottobre 2013

tomogui (backwater)

Tomogui – Shinji Aoyama – Giappone – 2013
Locarno 66   Concorso internazionale

Tooma ha 17 anni, vive col padre, separato dalla moglie, e la sua giovane convivente in una casa sulla riva di un fiume. La madre è una donna di mezza età, sfiorita e menomata fisicamente (gli manca una mano e l’avambraccio, persi a causa di un bombardamento in periodo di guerra) che vive sola gestendo da, quando ha lasciato il marito violento, una piccola pescheria. Tooma ha le sue prime esperienze sessuali con l’amica Chigusa, ma una profonda inquietudine lo tormenta, cioè la paura di diventare violento come suo padre, che durante i rapporti sessuali ottiene il massimo godimento solo picchiando selvaggiamente, al limite della morte, le sue concubine: la moglie prima e la compagna ora. Puntualmente ciò si avvera, il giovane è figlio di suo padre…

Aoyama Shinji - Locarno 2013
Suda Masaki, Aoyama Shinji - Locarno 2013


martedì 1 ottobre 2013

rebecca convenant, louis garrel, esther garrel - venezia  2013

louis garrel - venezia 2013

philippe garrel - venezia 2013


golshifteh farahani


golshifteh farahani - venezia 2013



shahram mokri

Shahram Mokri, Babak Karimi - Venezia 2013


anna mouglalis

Anna Mouglalis - Venezia 2013

sacro GRA

Sacro GRA – Gianfranco Rosi – Italia, Francia – 2013
Venezia 70   Concorso

Quando Federico Fellini, nel 1972, definì la tangenziale di Roma: “questo anello di Saturno che sembra snodarsi all’infinito…” si stava delineando quell’interregno destinato a sfociare nel nostro presente. Nel film Roma, appunto, il grande maestro sembrava volesse già delineare come il GRA avesse la forza metaforica di dividere un territorio in tre periodi temporali, la Roma del passato, il suo presente e un futuro possibile da costruire o da immaginare. Un “Oltre” che via via è maturato forse proprio come lo stesso Fellini immaginava, affollato di personaggi incredibili; personaggi straordinari capaci di ispirare mirabolanti storie di vissuto quotidiano da raccontare. Storie che nella loro semplicità perfino banale sembrano invece il prodotto di una grande mente visionaria.  Questi stessi personaggi si sono materializzati in un piccolo esercito di personalità variegate ma assolutamente credibili addirittura ordinarie alle quali Rosi ha saputo abilmente appiccicargli un’aura astrusa. Il cerchio d’asfalto lungo sessantaquattro chilometri che anche Rosi, parafrasando sempre Fellini, dice di dover aprire per far si che diventi una linea infinita, lo teniamo come un probabile sottofondo acustico e non più vero e proprio soggetto di cui si approprieranno i vari personaggi. Come: Roberto, il barelliere di un’ambulanza che alterna il lavoro, al quale probabilmente non riesce a fare il “callo”, con l’accudimento della vecchia madre; il principe Filippo, detentore di una discreta lista di titoli aristocratici, proprietario di un palazzo lussuoso dal discutibile arredamento, che affitta per eventi o spettacoli; Xsenia, principessa turchina, moglie di Filippo; Cesare, una vita passata sulle acque del Tevere a pescare anguille; Paolo, un nobile piemontese decaduto dall’eloquio forbito che occupa, insieme alla figlia Amelia, un monolocale; Francesco, si occupa di palme e di come debellare i parassiti delle stesse; Gaetano, è un attore con un passato fatto di piccoli ruoli nel cinema, attualmente interprete di fotoromanzi; e ancora, tra un ingorgo e una nevicata eccezionale capita di intrufolarsi nel  mondo della prostituzione rappresentato da signore non proprio di primo pelo oppure assistere all’apparizione della Madonna.

Quale destino toccherà a quelle palme insidiate dai parassiti?
Come dice Rosi stesso: “l’anima umana è attaccata da mille problematiche, proprio come la palma che sopravvive in un’oasi ai margini del GRA”

Sacro GRA è il primo “documentario” ha vincere il Leone d’oro a Venezia, scelta giusta della Giuria capitanata da Bernardo Bertolucci.