testata (theda)

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domenica 18 settembre 2011

from tokyo

Iz Tokio – Aleksej German jr. – Russia 2011
Cosa accomuna una hostess, un uomo di successo russo ed ex soccorritore ed un anziano giapponese superstite dello tsunami, tutti riuniti in un aereo di linea semi deserto di ritorno dal Giappone? I ricordi: il ricordo della perdita di un amore giovanile (la hostess), la perdita dell’amata moglie (l’uomo), la perdita di tutti i familiari nel disastro naturale (il vecchio). Ognuno di loro tornerà al quotidiano lasciando i propri fantasmi bloccati allo scalo della vita.
> Lula <

i guardiani del destino


The Adjustment Bureau – George Nolfi - USA 2010
L’antica leggenda talmudica dei “trentasei uomini giusti” racconta di come questi abbiano permesso al genere umano di sopravvivere: senza la loro esistenza l’umanità si sarebbe estinta in un sol giorno soffocata dai propri errori.
Non sappiamo quanto questo mito abbia ispirato Philip Dick, autore del racconto da cui Nolfi ha tratto questo “piccolo” film, eppure la prima cosa che mi è balzata alla mente vedendo I Guardiani del Destino è stata proprio la sopra citata leggenda che prosegue più o meno così: questi famigerati uomini non sono distinti da nessun rango né carica, non si possono riconoscere e probabilmente  neanche loro ne sono consapevoli. Nel film, invece, è chiara la presenza di una struttura bene organizzata, collaudata e capace di stravolgere gli eventi seguendo regole precise.
Il nostro protagonista David Norris (un Matt Damon a rischio di sovraesposizione) è destinato a diventare un politico di successo ma qualche cosa va storta, i suoi “guardiani”, oltre ad alcuni errori commessi, si trovano a dover contrastare la storia d’amore che sboccia con una misteriosa donna interpretata da Emily Blunt, attrice, in questo caso, assolutamente priva di appeal. David rasenta troppo spesso l’idiozia e di ciò se ne approfitta, crede nel colpo di fulmine e farà di tutto per complicare le cose ai suoi fin troppo pazienti e benevoli guardiani. Purtroppo si capisce come andrà a finire.
Ciò che manca a questo prodotto è forse la presenza di trentasei uomini giusti. La televisione ha invaso in modo irreversibile il cinema (che pena provocano coloro che confidano in questo linguaggio).
L’America è prossima al collasso, urge fantasia per salvarla.